Progetto
Trappola Per Topi
di Fabio
Blasizzo
{ aggiornamento del 08 aprile 2009 }
Nota: mi scuso per la
qualità delle immagini ridotte, volutamente minute per agevolare
il caricamento dell'intera pagina. Per ottenere una visione
migliore è sufficiente cliccare sull'immagine di interesse.
- Cos'è:
- la risposta risulterà scontata, ma questa è una
trappola per topi.
Come spesso capita alle mie realizzazioni, anche
questa può - con poche modifiche - diventare
anche altro: una trappola per uccelli (volatili),
roditori in genere, piccoli mammiferi, parte di
un antifurto, un sensore di fine corsa per nastri
magnetici, ecc...
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- Perchè è stata fatta:
- mi è capitato alcune volte di avere dei
'simpatici' topini campagnoli (Spitzmause) in
giro per casa e, non riuscendo ad eliminarli con
le trappole classiche, ho pensato di costruirmene
una con caratteristiche adatte agli 'intrusi'.
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fig. 1
schema elettrico
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- Per cosa si differenzia dalle trappole
classiche ?
- rispetto alle trappole tradizionali, la TPT
presenta le due seguenti peculiarità:
- 1) il sistema di rilevamento del topo è di tipo
ottico, si supera così il problema dell'inerzia
meccanica delle arcaiche trappole a molla. Queste
infatti necessitano della pressione del roditore
su un apposito supporto basculante che a
sua volta libera l'asta di trattenuta della
'ghigliottina'. I topolini (Spitzmause) verso i
quali il TPT è indirizzato hanno un peso di
alcuni grammi (<10g) e quindi le trappole
classiche (anche le più minute) non possono
operare correttamente.
- 2) il topo viene sempre preso VIVO e senza fargli
subire alcun trauma.
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fig. 2
progetto meccanico
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Ecco alcune foto del TPT ultimato.
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fig.2
'zona esca'
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fig. 3
vista laterale
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fig.4
disegno della base d'appoggio
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- Come funziona ?
- Nel TPT si genera un fascio luminoso
(pomposamente definito fascio fotonico)
estremamente concentrato - entro i 6° - e con
lunghezza d'onda di 950 nm, ben al di sopra dello
spettro visibile umano [e, presumibilmente, del
topo].
Quando il fascio fotonico viene interrotto un
sensore rileva la variazione di stato e fa
scattare - per mezzo di opportuna
circuitazione elettronica - un'elettrovalvola che
libera una campana in PE del diametro di 30 cm.
Questa si appoggia (per gravità) attorno al
luogo ove il fascio è stato interrotto,
catturando così l'intruso.
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Come si può notare
c'è perfetta corrispondenza tra gli schemi di progetto e
la realizzazione ultimata.
In particolare si confrontino fig.2 e
fig.3 ed anche fig.4 e fig.5
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fig. 5
dall'alto
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fig. 6
dettaglio sull'elettronica
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- Ancora un po' di tecnica:
- il fascio fotonico viene generato da un diodo
emettitore Siemens SFH400 costruito con
tecnologia GaAs.
Della medesima ditta è anche il BP104 (silicon
planar PIN photodiode con filtro da luce solare)
che funge da rilevatore.
Le caratteristiche dei due dispositivi sono
disponibili in formato PDF direttamente al sito
del produttore.
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- Parti innovative del circuito:
- la parte che più tempo ha richiesto per il
progetto e la realizzazione e stata quella
relativa alla logica di controllo
dell'elettrovalvola. Questa infatti è un
componente di sicurezza per impianti a gas e per
funzionare (scattare) necessita di un unico
impulso di durata ~1 secondo 1A x 12V. Si è
dovuto quindi in primo luogo trasdurre il segnale
luminoso in elettrico, amplificarlo e compararlo
con un valore di tensione fisso (ma tarabile)
dipendente dalle condizioni ambientali di
utilizzo (buio completo, ombra, pieno sole...).
Successivamente il segnale del comparatore viene
applicato ad uno stadio antirimbalzo e da questo
al temporizzatore che fissa l'impulso di
alimentazione del relè.
Il tutto risulta molto chiaro dalla fig.1.
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fig.7
disegno del circuito
stampato
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fig.8
disposizione dei componenti del circuito stampato
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- Dimensioni:
- le dimensioni non sono proprio contenute:
l'intero sistema opera su una base di 35 x 45 cm
e si sviluppa in altezza per 27 cm. (vedi anche fig.2
e fig. 3).
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- Alimentazione:
- attualmente è alimentato direttamente con la
tensione di rete ( ~ 220/240 V ) ma è
predisposto anche per il funzionamento a batteria
( =12 V).
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Qui potete trovare un breve manuale in formato PDF
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